Venerdì 23 settembre 2022

Credito d'imposta investimenti nel Mezzogiorno: come compilare il modello Redditi 2022 nell'ipotesi di impresa familiare

a cura di: AteneoWeb S.r.l.
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In caso di impresa familiare, quali sono le corrette modalità di esposizione del credito d’imposta per investimenti nel mezzogiorno nei modelli Redditi SP e PF 2022, da parte di un soggetto che trasferisce il credito per trasparenza ex art. 5 TUIR e da parte del soggetto che lo riceve?

In una risposta pubblicata sul proprio sito internet l'Agenzia delle Entrate chiarisce sul tema, precisando che:

  • la società di persone che attribuisce il credito d’imposta ai propri soci deve indicare l’intero credito spettante nel quadro RU della propria dichiarazione Redditi SP, rigo RU5, col. 3, riportando lo stesso importo nel prospetto aiuti di Stato presente nel quadro RS (rigo RS401, col. 17), ed indicare poi l’ammontare complessivo del credito trasferito ai soci nel rigo RU10 della sezione I del quadro RU del modello SP.  L’importo esposto nel rigo RU10 va riportato anche nella sezione VI-B, indicando l’importo attribuito ai  soci e l’anno d’insorgenza del credito trasferito.
    Il socio della società di persone deve indicare il credito nel rigo RU3, dandone poi evidenza nella sezione VI-A (righi RU501-RU505).
  • nel particolare caso di impresa familiare, il titolare dell’impresa deve indicare nei righi RU5 e RS401 del modello REDDITI PF 2022 l’importo del credito d’imposta maturato spettate all’impresa, al lordo della quota attribuita ai propri collaboratori (senza quindi esporre il dato di tale quota) e deve inserire nei righi da RU6 a RU12 gli importi relativi agli utilizzi e/o ai residui del predetto credito, con esclusivo riferimento alla sola quota di credito di propria spettanza, avendo altresì cura di barrare, a tal fine, la casella posta al rigo RU12 col. 1.
    Il collaboratore dell’impresa familiare, invece, deve riportare la quota di credito d’imposta ricevuta nel quadro RU, rigo RU3, della propria dichiarazione, in modo analogo a quanto previsto per i soci della società di persone, indicando nella colonna 4 della sezione VI-A il codice fiscale del titolare dell’impresa familiare.

Fonte: https://www.agenziaentrate.gov.it
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  • Atto dichiarativo di impresa familiare

    L'art. 230 bis del codice civile costituisce una norma di chiusura in quanto regola i rapporti che si vengono ad instaurare tra titolare dell'impresa e suoi collaboratori - parenti e affini - quando tra questi non sia stato configurato un diverso rapporto [quale prestazione di lavoro subordinato (art. 2094 del codice civile), società (art. 2251 del codice civile), associazione in partecipazione (art. 2549 del codice civile), o comunione di azienda (art. 177 del codice civile)].
     Ad ogni modo, quando il rapporto tra familiari risulta inquadrabile nell'ambito dell'impresa familiare, la norma prevede che qualora i collaboratori prestino la loro attività di lavoro in modo continuativo nella famiglia o nell'impresa familiare, gli stessi hanno diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e, in proporzione alla quantità e qualità del lavoro prestato, a partecipare:

    • agli utili dell'impresa familiare;
    • ai beni acquistati con essa e agli incrementi dell'azienda, anche in ordine all'avviamento.

    a cura di: Dott.ssa Cinzia De Stefanis
  • Costituzione associazione temporanea d’impresa

    L’associazione temporanea d’impresa si realizza attraverso un accordo di collaborazione tra due o più società per lo svolgimento congiunto di una determinata attività o di un affare complesso limitatamente al periodo necessario per il suo compimento.
    L’associazione temporanea d’impresa può essere inquadrata nella joint venture contrattuale.

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    A differenza dell’institore, i semplici procuratori hanno il potere di compiere gli atti pertinenti all’esercizio dell’impresa, ma non sono preposti ad essa. Quindi non hanno autonomia né potere direttivo, ma mansioni esclusivamente esecutive. La gestione dell’impresa è tenuta dal titolare stesso o dall’institore, i quali si servono per porre in essere gli atti già da loro deliberati dell’opera dei procuratori, sia nell’ambito dell’intera impresa, sia in un ambito circoscritto (settore di affari). 
    La legge estende ai procuratori unicamente le norme già esaminate sulla pubblicità della procura, delle sue limitazioni e della revoca (art. 2209 c.c.).

    a cura di: Dott.ssa Cinzia De Stefanis
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